Il Monte Pisano non è sempre esistito, iniziò a emergere dal mare circa 40 – 35 milioni di anni fa, da un punto di vista geologico, è dunque un monte molto giovane, ma le rocce di cui è costituito sono antichissime e raccontano una storia lunga quasi 500 milioni di anni.
Circa 470 milioni di anni fa l’area oggi occupata dal Monte Pisano si trovava sott’acqua a sud della costa meridionale dell’antico continente europeo che all’epoca si trovava vicino al Polo Sud. Le rocce più antiche del Monte Pisano risalgono proprio a quel periodo e costituiscono la formazione delle filladi e quarziti listate di Buti.
Intorno a 460 milioni di anni fa, a causa di movimenti tettonici accompagnati da attività vulcaniche, l’area emerse temporaneamente, giusto il tempo per farsi erodere un po’.
Per i successivi 100 milioni di anni restò sott’acqua e si spostò lentamente verso nord sempre insieme all’antico continente europeo. Circa 350 milioni di anni fa, tutti i continenti si unirono formando la grande Pangea. Lo scontro dei continenti portò alla formazione di una vasta catena montuosa, la Catena Ercinica, che si estendeva anche nella zona oggi occupata dall’Europa meridionale (il Massiccio Centrale in Francia e i monti della Sardegna e della Corsica ne sono un residuo). Questi sollevamenti portarono all’emersione dell’area oggi occupata dal Monte Pisano che si ritrovò nella fascia equatoriale calda e umida e fu rapidamente ricoperto da una lussureggiante foresta di cui resta testimonianza nei fossili contenuti nella formazione degli scisti di San Lorenzo.
La Catena Ercinica iniziò a erodersi e a subire nuovi sprofondamenti che portarono alla formazione di valli con corsi d’acqua attraverso i quali i sedimenti raggiungevano la pianura e il mare.
Nel frattempo continuava il lento spostamento verso nord e così, intorno ai 280 milioni di anni fa, l’area oggi occupata dal Monte Pisano arrivò nella zona tropicale sempre a clima caldo, ma con periodi aridi, e la foresta lasciò il posto a un ambiente aperto di savana. L’aridità e gli ulteriori movimenti tettonici verticali, fecero aumentare l’erosione della Catena Ercinica e molti detriti riempirono le valli come documentato dalla formazione delle brecce e dei conglomerati di Asciano.
Per circa 50 milioni di anni l’area oggi occupata dal Monte Pisano continuò a essere interessato da questi fenomeni di erosione e deposizione. Poi, circa 240 milioni di anni fa, la Pangea iniziò a dividersi e la zona corrispondente alla Toscana, alla Corsica e alla Sardegna si staccò dalle coste meridionali del continente europeo. L’area oggi occupata dal Monte Pisano era al centro di questa zona di separazione, in una pianura dove confluivano i detriti provenienti dalle colline circostanti, residuo dell’antica Catena Ercinica. Nella pianura scorrevano corsi d’acqua che trasportavano i sedimenti al mare. Questo periodo è testimoniato dalla formazione della Verruca che corrisponde al cosiddetto Verrucano.
Circa 220 milioni di anni fa l’area oggi occupata dal Monte Pisano era proprio in corrispondenza di una vasta pianura deltizia, quindi al confine tra terra e mare. L’ambiente era di tipo tropicale caldo con alternanza di stagioni umide e stagioni secche. Quest’area costiera era ricoperta da sedimenti molto fini, che oggi costituiscono la formazione di Monte Serra. All’interno di queste rocce sono rimaste le impronte fossili degli animali che popolavano la zona.
L’allontanamento della zona corrispondente alla Toscana, alla Corsica e alla Sardegna proseguì e, a partire da 216 milioni di anni fa, il mare invase definitivamente la pianura. L’area oggi occupata dal Monte Pisano tornò sott’acqua e subì un graduale sprofondamento passando progressivamente da un ambiente costiero a un ambiente di mare profondo. Questo processo è ben documentato nella sequenza di rocce che va dai grezzoni ai diaspri ed è simile a ciò che sta attualmente accadendo nel Mar Rosso.
A partire da circa 145 milioni di anni fa il movimento s’invertì, perché il continente africano aveva iniziato il suo avvicinamento al continente europeo portando quindi alla chiusura dei bacini interni e alla formazione della Catena Alpina. L’area oggi occupata dal Monte Pisano iniziò così a risalire fino a ricevere sedimenti dal continente, come documentato nella sequenza di rocce che va dagli scisti sericitici allo pseudomacigno.
Lo pseudomacigno, in particolare, testimonia l’ultima fase di deposizione, quando l’area oggi occupata dal Monte Pisano, ancora sommersa, fu ricoperta dai detriti provenienti dalla Catena Alpina in fase di formazione.
Circa 40 milioni di anni fa l’area oggi occupata dal Monte Pisano, che aveva ormai raggiunto le nostre latitudini, riemerse e iniziò a sollevarsi per formare il Monte Pisano. Contemporaneamente al suo fianco si formavano a nord le Alpi Apuane e a sud la Montagnola senese e i Monti di Monticiano-Roccastrada. Tutti questi rilievi, quindi, possono essere considerati un unico sistema montuoso, chiamato Dorsale medio toscana.
In questo periodo, a est della Dorsale medio toscana esisteva ancora un mare in fase di chiusura, mentre a ovest il mar Tirreno era in fase di espansione.
A partire da circa 8 milioni di anni fa, il Monte Pisano, ormai completamente formato, aveva l’aspetto di una penisola bagnata a sud-est dal mare. All’epoca, l’attuale campagna del centro Toscana, era dunque un mare costiero tropicale e molte colline toscane, come Volterra e San Gimignano, erano isole.
L’attuale aspetto del Monte Pisano e della sua pianura circostante si è definito nell’ultimo milione di anni durante l’epoca glaciale.
Per saperne di più visita la Galleria delle Ere Geologiche del Museo di Storia Naturale dell”Università di Pisa ospitato nella Certosa Monumentale di Calci!