A cura del Gruppo di studio Monte Pisano – Sportello di Agroecologia [1] del Comune di Calci [2]
In primo luogo proponiamo di considerare il Monte Pisano nel suo insieme, dai crinali alla pianura, in una visione ecosistemica e quindi costituito da componenti di diversa natura: a) geologica (i rilievi, le rocce, i suoli); b) meteorica (temperatura e umidità dell’aria e del suolo, precipitazioni e ventosità che variano con l’esposizione dei versanti e delle valli); c) biologica (l’insieme degli esseri viventi); d) antropica (infrastrutture e attività umane: residenziali, produttive e sistemazioni agrarie). Tali componenti interagiscono tra di loro sia nello spazio che nel tempo, determinando effetti sull’intero ecosistema.
Si propone inoltre di studiare e definire il Monte Pisano nell’ottica dei “Servizi ecologici”[3] e quindi nell’insieme di tutti quei servizi che la natura fornisce spontaneamente, come:
- il rinnovo di acqua e aria pulite;
- la biodiversità;
- fertilità del terreno,
e l’insieme di servizi frutto del rapporto coevolutivo e consapevole tra l’uomo e il suo ambiente di riferimento, quali:
- produzioni agronomiche e forestali;
- sistemazioni agrarie;
- Insediamenti e spazi per la collettività;
- Tradizioni locali
L’insieme dei “servizi ecologici” prodotti dal Monte Pisano è schematizzato in figura
Ogni tipo di uso del suolo (forestale, agrario e residenziale) ha in comune la sistemazione a terrazzi tramite muretti a secco, ciglioni inerbiti ed i relativi sistemi di canalizzazione dell’acqua, che costituisce la matrice strutturale, l’ “architettura” superficiale, del territorio. Di conseguenza riteniamo legittimo definire il Monte Pisano un “ECOSISTEMA TERRAZZATO” dove predomina la contiguità tra bosco e uliveto, come rivelato anche dalla dinamica degli ultimi incendi..
Per quanto riguarda i processi che determinano la sostenibilità, la sistemazione a terrazzi è fondamentale per attenuare le pendenze dei versanti, consentendo all’acqua di precipitazione di penetrare maggiormente nel terreno. Tale aspetto comporta:
- Una benefica riduzione del ruscellamento superficiale;
- L’attenuazione dei rischi di erosione;
- L’incremento del ricarico delle falde acquifere sotterranee;
- La riduzione del rischio di esondazione.
In questo modo il terrazzamento assicura una serie di “servizi ecologici”, cioè di benefici godibili sia dalla comunità locale sia da quella dell’intero bacino idrografico che va ben oltre i confini del Monte Pisano.
Questi benefici come abbiamo detto riguardano in generale la regimazione dell’acqua che, penetrando maggiormente nel suolo, favorisce lo sviluppo della vegetazione forestale e dei coltivi contribuendo in generale alla mitigazione dell’effetto serra e a livello locale alla riduzione dell’escursione termica giornaliera e stagionale, tramite l assorbendo di CO2. I processi propri dell’”ecosistema terrazzato” vanno quindi considerati anche in relazione ai cambiamenti climatici globali.
La stabilizzazione microclimatica favorisce inoltre le attività produttive agrarie e forestali. Per quanto riguarda le attività produttive, vanno anche considerate in termini di godimento del paesaggio, sia per chi abita il territorio che per il turismo. Va invece ridimensionata la previsione di prelievo di legname, limitando l’uso di mezzi meccanici che danneggerebbero i terrazzamenti.
In definitiva il terrazzamento si pone come un importante volano di sostenibilità che è stato ereditato dalle generazioni passate e che pertanto costituisce un significativo segno di “cura” del territorio. Il concetto di “cura” ha importanti implicazioni culturali ed etiche, in quanto denota l’impegno umano per una costante abitazione del territorio con un’azione di presidio responsabile che, protratta nel tempo, assicura la permanenza e la vitalità della comunità rurale.
Per il valore in termini di testimonianza culturale e di servizi agroecologici prodotti, l’arte di costruzione dei muretti a secco è stata di recente riconosciuta dall’UNESCO come “bene immateriale dell’umanità”. La circostanza che il Monte Pisano, inclusivo di tutti i Comuni che ne fanno parte, sia stato inserito di recente nel territorio della Riserva MAB (Man and Biosphere) “Selve costiere della Toscana” è una ulteriore testimonianza del valore culturale riconosciuto universalmente a questo complesso montuoso peri-urbano tra Pisa e Lucca, che tante significative relazioni (“servizi ecologici”) storiche e attuali, ha intessuto con i più ampi territori dei bacini dell’Arno e del Serchio ( condizionamento climatico, formazione dei suoli alluvionali, fornitura di acqua potabile, fornitura di spazi abitativi e di svago, fornitura di produzioni agro-silvo-pastorali) e che quindi richiede la “cura” per essere mantenuto vitale (“ri-vitalizzato”).
Visto quanto detto sopra in termini di servizi ecologici forniti dal Monte Pisano, per una futura programmazione di ripristino e manutenzione territoriale dopo il drammatico evento dell’incendio, segnaliamo l’opportunità di procedere nello studio e negli interventi secondo un’ottica di bacino idrografico, come del resto raccomandato dalla Direttiva Quadro delle Acque della UE [4]. Il Monte Pisano ha le prerogative per essere luogo preferenziale di abitazione, produzione (agro-silvo-pastorale) e protezione ambientale nell’ambito del più ampio territorio che dai versanti del Monte porta al mare prospiciente.
Condizione imprescindibile per poter raggiungere uno stato ottimale di equilibrio insediativo è quella di attenuare il disturbo ricorrente dell’incendio di origine antropica. In termini di prevenzione occorre valutare se sia opportuno mantenere la foresta a pino marittimo dominante oppure convertire la sua composizione verso specie più resistenti all’azione del fuoco, possibilmente con l’insediamento o reinsediamento di specie proprie dell’ambiente mediterraneo, considerando il valore delle azioni di ripristino al fine della conservazione della biodiversità e dello sviluppo sostenibile del territorio. Inoltre, sarebbe auspicabile prevedere l’inserimento di spazi aperti inter-boschivi e di crinale da utilizzare a prato-pascolo, per interrompere la propagazione del fuoco e per favorire sia la biodiversità che il ritorno della fauna selvatica (diversa dal cinghiale [5] ) che tradizionalmente occupava gli spazi aperti del Monte Pisano soprattutto nel periodo migratorio.
Sono altresì necessari interventi legislativi che favoriscano una gestione integrata di foreste e terreni agricoli, prevalentemente olivicoli, al fine di stabilire una sinergia tra proprietà pubbliche e private capace di far fronte alla sfida dell’uso sostenibile del territorio del Monte Pisano.
____________________________
Note:
1-L’agroecologia è una scienza transdisciplinare di tipo sistemico che individua il suo campo di indagine, definito agroecosistema, attraverso gli apporti della tradizione rurale (storia della civiltà contadina), della scienza dell’ecologia e del pensare e dell’agire per sistemi (filosofia di processo), che sfociano nei comportamenti individuali e sociali e quindi dell’agire etico (Caporali e al., 2010. Agroecologia. Teoria e pratica degli agroecosistemi. p.34. CittàStudi Edizioni, De Agostini Scuola SpA.Novara).
2-Lo sportello si identifica come strumento di informazione per una gestione sostenibile del territorio, dove cittadini ed esperti si confrontano in modo partecipativo, ciascuno portando il contenuto della propria esperienza e cultura, per l’elaborazione di una traccia di pensiero comune fondata sull’analisi dei processi del sistema agroecologico ( https://www.agroecologiacalci.it/ )
4-Direttiva Quadro Acque, 2000-60-CE.
5-Il degrado non deriva solo dal fuoco e dall’incuria, ma anche dalla presenza del cinghiale importato negli anni recenti.
Gruppo di studio Monte Pisano – Sportello di Agroecologia del Comune di Calci: Alberto Antinori, Stefano Bacciarelli, Andrea Bertacchi, Sirio Bonanni, Fabio Caporali, Giulia Ciancico, Stefania De Marco, Adele Dimatteo, Irene Di Vittorio, Marco Elter, Ottaviano Folegnani, Davide Galletti, Giulio Galletti, Sabine Gennai Schott, Maurizio Gioli, Fabio Malfatti, Federica Ottanelli, Francesca Pisseri.