I semi sono patrimonio rurale di una comunità. Conservarli è una garanzia per la biodiversità e la resilienza di tutto il territorio.
Ce ne parleranno Virginia Altavilla (Staff di Rete Semi Rurali) e Fabio Casella (esperto di varietà orticole del territorio di Calci).
Modera Ottaviano Folegnani (Presidente dello Sportello di Agroecologia di Calci).
Per partecipare clicca qui il giorno VENERDÌ 26 giugno dalle 21.00 alle 22:30
La storia delle varietà delle piante coltivate è intimamente legata al lavoro dell’uomo. Sono stati i contadini che, domesticando le specie selvatiche e diffondendole su areali sempre più ampi, hanno creato la biodiversità agricola che è arrivata attraverso i secoli ai giorni nostri. Possiamo dunque affermare che le piante sono state modificate sia dall’ambiente sia dai metodi colturali adottati dalle diverse civiltà.
Quest’opera di selezione congiunta da parte dell’uomo e della natura ha avuto come risultato la costituzione di varietà locali, termine che sottolinea la loro distinzione dalle varietà moderne. Le prime infatti sono il frutto di un processo di adattamento localizzato ad un determinato territorio e contesto socio-culturale e quindi sono estremamente diversificate tra loro; al contrario le varietà moderne sono selezionate per poter utilizzare una stessa varietà con caratteristiche genetiche omogenee in ambiente diversi, con tecniche di agricoltura intensive, quali l’utilizzo di concimi e pesticidi chimici, che “uniformando” l’ambiente riescono a ottimizzare le produzioni. L’evoluzione delle varietà locali, invece, è avvenuta in condizioni di coltivazione con bassi livelli di fertilizzanti e di pesticidi delle piante: questo ha comportato una maggiore pressione selettiva, che nel tempo ha quindi favorito la resistenza e la stabilità della pianta, forse meno produttiva in contesti di agricoltura intensiva, ma decisamente più “resiliente”.
La diversità a livello genetico delle piante quindi garantisce un effetto tampone nei confronti di eventuali malattie e stress, ivi compreso i cambiamenti climatici, riducendo il conseguente danno sulle produzioni. Nell’agricoltura tradizionale l’impiego delle varietà locali permette, quindi, di aumentare la stabilità, consentendo la coltivazione in ambienti marginali e con bassi livelli di input esterni.
Il lavoro di selezione degli agricoltori non è scomparso con l’introduzione delle varietà moderne. In tanti casi, al contrario, queste stesse varietà sono state coltivate e selezionate dagli agricoltori per produrne di nuove, dando origine a quelle che si definiscono in inglese farmers’ variety o variété paysanne in francese e che in italiano potremmo definire “varietà locali” o “semi rurali”, ad indicare così un nuovo processo innovativo portato avanti dagli agricoltori, in collaborazione, anche, con il mondo della ricerca agricola formale.
Fonte: scheda n.2 Rete Semi Rurali