Il Monte Pisano da un punto di vista naturalistico è considerato un altopiano isolato, circondato da una pianura ampiamente urbanizzata, in cui trovano rifugio molte specie di animali. La maggior parte di queste specie frequenta anche il Parco.
IL RITORNO DEL LUPO
Il Parco, così come il resto del Monte Pisano, è frequentato da almeno una famiglia di lupi appenninici (Canis lupus italicus Altobello, 1921) (foto di Paola Fazzi). Il lupo è una specie protetta, un superpredatore, fondamentale per gli equilibri dei nostri ecosistemi naturali, che si sta di nuovo diffondendo in tutto il territorio italiano. Si nutre prevalentemente di ungulati e le sue prede preferite sul Monte sono i cinghiali. Nel Parco si possono ritrovare le sue impronte e i suoi escrementi (fatte).
I SIGNORI DEL PARCO
I cinghiali (Sus scrofa Linnaeus, 1758) sono i signori incontrastati del Parco e in generale di tutto il Monte Pisano, data la loro abbondanza su tutto il territorio. La loro assidua frequentazione del Parco è testimoniata dalle numerose zolle di terra smosse con i loro grugni nella ricerca di cibo, dalle loro impronte e dai loro escrementi. Sono animali onnivori che si nutrono di tuberi, bulbi, semi, vermi, serpenti, lucertole e altri piccoli animali.
IL MAMMIFERO PIÙ PICCOLO D’ITALIA
La parte alta del Parco è frequentata anche da alcune specie di toporagno (famiglia Soricidae, ordine Eulipotyphla), tra cui il mustiolo (Suncus etruscus (Savi, 1822)) che, con i suoi 4,5 cm di lunghezza (coda esclusa), è ritenuto il mammifero più piccolo d’Italia! I toporagni sono simili ai topi (ordine Rodentia) dai quali però si distinguono principalmente per il muso molto più allungato; si nutrono di insetti e di altri invertebrati, sono agili e veloci, vivono a terra e raramente si arrampicano.
MAMMIFERI VOLANTI
Nelle notti estive svolazzano sopra il Parco i pipistrelli (ordine Chiroptera) a caccia d’insetti, tra cui le zanzare. Tutti i pipistrelli italiani sono specie protette, hanno abitudini notturne e sono insettivori. D’inverno vanno in ibernazione, formando anche grandi colonie, all’interno di grotte, cantine, soffitte, edifici abbandonati o anche cavità degli alberi.
Gli altri mammiferi che frequentano abitualmente il Parco sono: il riccio (Erinaceus europaeus Linnaeus, 1758), il tasso (Meles meles (Linnaeus, 1758)), la volpe (Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758)), la faina (Martes foina (Erxleben, 1777)), la donnola (Mustela nivalis Linnaues, 1766), l’istrice (Hystrix cristata Linnaeus, 1758) e i topi selvatici (genere Apodemus).
NON È UN PARCO PER ANFIBI
L’ambiente troppo secco del Parco non è idoneo per gli anfibi; solo qualche rospo comune (Bufo bufo (Linnaeus, 1758)) frequenta il Parco nelle notti più umide
alla ricerca di prede e forse vi trova rifugio nei mesi invernali; però nel ruscello
di fianco al Parco è stata osservata la rana rossa italiana (Rana italica Dubois, 1987).
Oltre ai pipistrelli, anche molte specie di uccelli volteggiano sopra il Parco alla ricerca di cibo. La rondine (Hirundo rustica Linnaeus, 1758), il rondone (Apus apus (Linnaeus, 1758)) e il balestruccio (Delichon urbicum (Linnaeus, 1758)) catturano insetti in volo; mentre l’upupa (Upupa epos Linnaeus, 1758) preferisce nutrirsi a terra di insetti e di lucertole. Si tratta di quattro comuni specie di abili volatori migratori che giungono sul Monte Pisano all’inizio della primavera per nidificare e ripartono a fine estate per andare a svernare in Africa. Altre specie di uccelli comuni nel Parco, e in generale in tutti gli spazi aperti del Monte, sono la gazza (Pica pica (Linnaeus, 1758)), il colombaccio (Columba palumbus Linnaeus, 1758), le tortore (genere Streptopelia), il merlo (Turdus merula Linnaeus, 1758), le passere (genere Passer), la cinciallegra (Parus major Linnaeus, 1758) e le ballerine (genere Motacilla).
L’AQUILA DEI SERPENTI
Vari rapaci sia diurni sia notturni cercano le loro prede nel Parco, tra questi il più grande è il biancone (Circaetus gallicus (Gmelin, 1788)), con un’apertura alare di quasi 2 m. Si tratta di una specie migratrice rappresentata sul Monte Pisano almeno da una coppia nidificante. È chiamata biancone per il suo caratteristico piumaggio ventrale molto chiaro, ed è detta anche aquila dei serpenti in quanto si nutre prevalentemente di tali rettili.
UNA MINACCIA PER L’ULIVETO
Infine, vengono a nutrirsi nel Parco, anche gli storni (Sturnus vulgaris Linnaeus, 1758), uccelli molto gregari che formano dormitori con migliaia d’individui e che volano spesso in grandi stormi in grado di adottare difese di gruppo nei confronti degli uccelli rapaci. Sono onnivori e sono ghiotti di olive, riescono a prenderne tre contemporaneamente: una con il becco e due con le zampe, lasciano cadere quelle nelle zampe, mangiano quella presa con il becco, poi raccolgono e mangiano le altre due!
I PICCOLI ABITANTI DI CATASTE E MURETTI
I muretti a secco e le cataste di tronchi arsi del Parco sono microambienti ideali per il geco comune (Tarentola mauritanica (Linnaeus, 1758)) e per la lucertola campestre (Podarcis siculus (Rafinesque-Schmaltz, 1810)) (foto di Roberta Sabelli) e, in maniera minore, per la lucertola muraiola (Podarcis muralis (Laurenti, 1768)) che trovano in questi luoghi un rifugio per riposarsi nelle ore più calde e in quelle più fredde, per andare in ibernazione durante la stagione invernale e per depositare le uova.
Vivono in questi microambienti anche varie specie di invertebrati amanti degli angoli bui e umidi quali la scutigera (Scutigera coleoptrata (Linnaeus, 1758)), lo scorpione (Euscorpius italicus Herbst, 1800), i porcellini di terra (genere Armadillidium) e il millepiedi a palla (Glomeris marginata Villers, 1789). La scutigera e lo scorpione sono velenosi, ma sono schivi e non aggressivi, se minacciati si mettono in posizione difensiva e attaccano solo se vengono toccati; inoltre il loro veleno non costituisce una seria minaccia per l’uomo.
Visitano il Parco alla ricerca di prede, anche altre tre specie di rettili: il ramarro (Lacerta bilineata Daudin, 1802), il biacco (Hierophis viridiflavus (Lacépède, 1789)) e il saettone o colubro di Esculapio (Zamenis longissimus (Laurenti, 1768)). Il biacco e il saettone sono due specie di serpenti non velenosi, ma sono piuttosto aggressivi e, se disturbati, possono mordere.
UN’ASSENZA IMPORTANTE
Su tutto il territorio del Monte Pisano è assente la vipera (Vipera aspis (Linnaeus, 1758)), serpente velenoso presente, invece, nelle pianure circostanti.
UN MOLLUSCO AL SOLE
A differenza delle comuni chiocciole e lumache che prediligono ambienti umidi e ombrosi, Solatopupa juliana (Issel, 1866) è un piccolo mollusco gasteropode, diffuso dalla Liguria orientale al Lazio settentrionale, adattato agli ambienti aridi che possiamo ritrovare nel Parco attaccato alle rocce o ai muretti a secco.
ALLEATI SOTTERRANEI
L’incendio del 2018 ha danneggiato anche il terreno del Parco che ha ripreso lentamente la sua fertilità, grazie anche al contributo dei lombrichi (genere Lumbricus), anellidi che vivono e si nutrono all’interno del terreno e, con la loro attività, rimescolano e ossigenano la terra contribuendo così alla formazione dell’humus.
GLI INSETTI IMPOLLINATORI
Una buona parte del prato del Parco è stata lasciata spontanea, senza essere tagliata, al fine di tutelare la biodiversità vegetale e animale, in particolare quella degli insetti impollinatori che trovano nell’ambiente prato un luogo ideale per ripararsi, nutrirsi e riprodursi. Il mantenimento dei prati spontanei è in linea con la Direttiva Biodiversità 2021 del Ministero della Transizione Ecologica che individua la tutela degli insetti tra le principali azioni per proteggere e ripristinare la biodiversità e assicurare il mantenimento dei servizi ecosistemici. E così, sui fiori del Parco è facile osservare molti impollinatori tra cui api, sirfidi e variopinte farfalle come il macaone (Papilio machaon Linnaeus, 1758), la vanessa io (Inachis io (Linnaeus, 1758)), l’atalanta (Vanessa atalanta (Linnaeus, 1758)) e l’icaro (Polyommatus icarus (Rottemburg, 1775)).
Oltre agli impollinatori, il Parco è frequentato da innumerevoli altri insetti: grilli; cavallette; formiche; mantidi, sia la comune mantide religiosa (Mantis religiosa (Linnaeus, 1758) sia la più piccola e più rara mantide di Spallanzani (Ameles spallanzania (Rossi, 1792)); varie specie di cimici e di cicaline (Ordine Rhynchota); molte specie di coleotteri, quali le coccinelle (famiglia Coccinellidae), i cerambicidi (famiglia Cerambicidae) tra cui lo splendido Chlorophorus glabromaculatus (Goeze, 1777), gli scarabei (famiglia Scarabaeidae), tra cui la brillante cetonia dorata (Cetonia aurata (Linnaeus, 1758), e le lucciole (famiglia Lampyridae) che illuminano tutto il Parco nelle notti estive.
Infine, il Parco è caratterizzato dalla presenza di insetti stecco (genere Bacillus).
Gli insetti stecco sono un magistrale esempio di mimetismo criptico sia nell’aspetto sia nel comportamento: hanno un corpo stretto e lungo e stanno tra l’erba e gli arbusti muovendosi lentamente proprio come se fossero dei rametti mossi dal vento.
CACCIATORI D’INSETTI
L’abbondanza di insetti non può che richiamare anche i loro predatori, fra cui i ragni.
Tra le specie più appariscenti spicca il ragno vespa (Argiope bruennichi (Scopoli, 1772)) (foto di Pietro Curzio), così chiamato per il grande addome a strisce gialle e nere, che tesse grandi ragnatele tra la vegetazione per catturare le prede. Altri ragni, come i ragni-granchio (famiglia Thomisidae), invece, non fanno ragnatele, ma se ne stanno in agguato mimetizzati sui fiori in attesa di un insetto impollinatore.
ATTENZIONE ALLE ZECCHE!
In primavera e in estate nel Parco possono essere presenti anche le zecche, piccoli acari (classe Arachnida) ematofagi che si attaccano a molti animali, uomo compreso, e possono essere vettori di malattie infettive.
Istruzioni per rimuovere una zecca
Approfondimento: la fauna del Monte Pisano.
Bibliografia
S. Sorbi & P. Scaglia (2018) “I tesori del Monte Pisano I. Gli Animali” Pacini Editore, Pisa.