Di seguito trovate la lettera indirizzata ai numerosissimi volontari che continuano a lavorare sul monte bruciato.
La lettera, sentita e necessaria, è scritta dal Gruppo Coordinamento Volontari dello Sportello che instancabile mette in contatto volontari con richieste d’aiuto. Buona lettura
Carissima/o,
ti scriviamo innanzi tutto per ringraziarti di cuore.
Siamo più di 400 volontari/e! Singoli e gruppi, esperti e novizi, con un sacco di attrezzi o solo con le mani e tanta voglia di darsi da fare. Siamo intervenuti, anche in più giornate, su circa 50 uliveti di proprietà privata.
Insieme abbiamo ripulito canalette e ne abbiamo costruite di nuove. Tagliato alberi caduti e sterpaglia che ostruivano il deflusso dell’acqua. Bonificato da rifiuti bruciati. Abbiamo consolato un pochino le persone che ne avevano bisogno e accarezzato il nostro monte violato.
Non abbiamo ancora coinvolto tutti e tutte perché abbiamo ricevuto un grandissimo numero di offerte di aiuto. E questa è una sorpresa che ci riempie di gioia e ci fa riflettere sull’emergenza che attiva la solidarietà e il senso della comunità, bene preziosissimo che non deve disperdersi quando l’emergenza sembra attenuata.
Se sei tra le persone che non abbiamo ancora contattato, tieni sempre presente che potrebbe ancora succedere perché il lavoro non è ancora finito e c’è ancora tanto da fare.
Ma anche se non dovessimo riuscire a coinvolgerti, sentiti comunque artefice di quello che stiamo facendo insieme, tutto questo è anche merito tuo.
Il nostro monte è bruciato, è un disastro ecologico, economico ed emotivo enorme. Nonostante il dramma in questi giorni è cresciuta, sempre più forte, una speranza: ognuno di noi ha messo a disposizione le sue braccia, la sua testa, il suo cuore per evitare che il disastro diventi anche peggiore, ma anche per dare una speranza a chi ha perso la terra, gli ulivi e per noi che abbiamo perso il nostro bel bosco.
Come Sportello di agroecologia e come volontari/e possiamo intervenire solo tu terreni di proprietà privata e solo sulle canalette da ripulire e sugli alberi caduti da accatastare in modo che non ostruiscano il flusso dell’acqua.
E’ un lavoro importante, è una parte di un lavoro immane che spetterà a tutti/e per la rinascita del Monte.
Il fuoco ha messo in luce lo stato di abbandono di molti terreni ed un sistema di canale che non corrisponde al modo con cui sono stati pensati e realizzati i muretti e il sistema terrazzato. I sistemi di gestione dell’acqua nei terreni sono abbandonati e le conseguenze possono essere gravi.
C’è molto da imparare, c’è moltissimo da fare e in generale c’è da rimettere mano alla terra.
Soprattutto non dobbiamo perdere la concentrazione e l’attenzione sulla cura della natura.
L’emergenza non è finita. Quando pioverà molte delle canale fatte per proteggere le abitazioni probabilmente si riempiranno di fango e saranno da rifare. E questo accadrà fino a quando il terreno non si sarà stabilizzato.
C’è da fare ancora tanto lavoro fisico ma anche culturale e di sensibilizzazione verso la protezione del territorio.
P.S. Quando riceverai la nostra chiamata, ricordati di venire con un abbigliamento adatto e di portare con te la lettera di manleva che trovi sul sito agroecologiacalci.it.
Grazie di cuore, grazie dal Monte Pisano e da tutti i suoi abitanti.
Sportello di Agroecologia del Comune di Calci