Resilienza: una maggiore resilienza di persone, comunità ed ecosistemi è la chiave per sistemi alimentari e agricoli sostenibili
I sistemi agroecologici diversificati sono più resilienti: hanno una maggiore capacità di riprendersi da danneggiamenti dovuti a eventi meteorologici estremi come siccità, alluvioni o uragani e di resistere agli attacchi di parassiti e malattie. A seguito dell’uragano Mitch in America Centrale nel 1998, le aziende agricole che praticano la biodiversità, tra cui l’agroforestazione, l’agricoltura promiscua e integrata con la pacciamatura, hanno conservato il 20-40 percento in più di terreno, hanno subito meno erosione e hanno subito perdite economiche inferiori rispetto alle fattorie vicine che praticano le monocolture convenzionali.
Mantenendo un equilibrio funzionale, i sistemi agroecologici sono in grado di resistere meglio all’attacco di parassiti e malattie. Le pratiche agroecologiche recuperano la complessità biologica dei sistemi agricoli e promuovono la necessaria comunità di organismi interagenti per autoregolare i focolai di parassiti. Alla scala territoriale, i paesaggi agricoli diversificati hanno un potenziale maggiore di contribuire alle funzioni di controllo dei parassiti e delle malattie.
Gli approcci agroecologici possono ugualmente migliorare la resilienza socioeconomica. Attraverso la diversificazione e l’integrazione, i produttori riducono la propria vulnerabilità in caso di fallimento di una singola coltura, specie di bestiame o altre merci. Riducendo la dipendenza da input esterni, l’agroecologia può ridurre la vulnerabilità dei produttori al rischio economico. Il miglioramento della resilienza ecologica e socioeconomica va di pari passo – dopo tutto, gli esseri umani sono parte integrante degli ecosistemi.